domenica 22 aprile 2012

Bisogna Essere Costruttivi: Cacciamo Questo Governo!

Con il solito piglio da prof di latino anni '50, la ministra Fornero sentenzia che non bisogna protestare, occorre essere costruttivi.
D'altronde da membro di un governo insediato per volontà divina che non può vantare neanche un risultato positivo rispetto agli obiettivi che si era fissato, se lo può proprio permettere...

venerdì 20 aprile 2012

L'Economia Reale e la Crisi che non c'è

Oltre i proclama ci sono i dati.
Produzione, vendite, occupazione, ammortizzatori sociali, tanto per fare qualche esempio.
Dati che parlano, e dicono che non è cambiato nulla nell'andamento dell'economia reale.
Ciò che più preoccupa quanti, come me e con maggiore competenza di quella che ho io, scrutano con attenzione queste statistiche, sono i fulcri del sistema.

Gli Usa altalenano fra tratti di ripresa e ulteriori crolli; l'Europa non riesce ad uscire dalla recessione; soprattutto, c'è la Cina che sta rallentando, cresce a ritmi più bassi del solito.

Prospettiva Casa

In Italia ci sono qualcosa come 130mila casi di interruzioni di affitto con una casistica che contempla pochissime cessazioni per reali necessità di chi affitta (in percentuale è un fenomeno più diffuso nella provincia che nella città), solo una parte di cessazioni naturali dei contratti ed un'enormità di cause per morosità.
Circa 30mila sfratti vengono realmente eseguiti, mentre le richieste superano quota 100mila.
La parte più consistente del disagio abitativo, o meglio la quasi totalità, è concentrata nelle aree urbane maggiori: Roma, Milano, Napoli e Torino, in linea con la loro grandezza, rappresentano il grosso del problema.
Tutto questo senza calcolare gli affitti in nero, che statisticamente sono difficili da gestire per eccellenza, ma non possono essere ignorati in quanto coinvolgono le fasce più deboli della società (immigrati, precari e studenti).

domenica 15 aprile 2012

Se lo Stato non Punisce i Colpevoli, Non Faccia Pagare le Vittime!

Dopo 38 anni anche la strage di piazza della Loggia è stata sepolta nell'impunità.
Chi ha avuto voglia e modo di documentarsi sulle tristi vicende che dalla fine degli anni sessanta fino agli eccidi "di mafia" degli anni novanta sa come sono andate le cose; sa che, al di là dei nomi degli individui che hanno materialmente messo le bombe, i contesti all'interno dei quali sono maturati i piani stragisti sono ampiamente individuabili.
Alcune sentenze dei tribunali, anche quando hanno assolto gli imputati, hanno persino ricostruito il quadro delle responsabilità, pur non potendo più disporre pene per chi era colpevole, magari perché assolto anni prima al termine di procedimenti pilotati e fallaci. Così è stato per piazza Fontana, che non è più un mistero se non nei cosiddetti mandanti occulti (ma in fondo conosciamo anche quelli).

Per diverse e meschine ragioni, dunque, chi si è macchiato di questi orrendi crimini non potrà essere condannato, mai. Forse un giorno ricercatori e storici potranno essere più precisi, ma è un giorno lontano.
Mentre adesso c'è un'emergenza, vera una volta tanto.

Ci sono i familiari delle vittime, che in quanto parti civili, sono automaticamente condannate a pagare le spese processuali.
Come si comprende facilmente, non è umano, non è civile ma barbaro ed inaccettabile che queste persone risarciscano lo stato che non è stato capace (facciamo finta che il problema sia stato questo) di rendere loro giustizia.
Faccia qualcosa questo stato, adesso, perché la vergogna già accaduta per le vittime della Banca dell'agricoltura a Milano venga rimossa e con essa anche quella toccata alle vittime di Brescia. Quale sia lo strumento non importa o l'istituzione, per una volta almeno a fin di bene.

Lancio con questo piccolo post dal mio piccolo blog un appello:
se lo stato non punisce i colpevoli, non paghino le vittime!

giovedì 5 aprile 2012

La Riforma del Lavoro che non c'è

Questa storia dei proclama di un governo dei tecnici più efficente di tutti gli altri è una bufala colossale.
La stampa 'riformista', da Repubblica al Corriere, ne tesse le lodi più sperticate ogni giorno.
Eppure, in una maniera che più italiana non si può, si tratta di un governo che è riuscito a far passare per intero e senza reticenze solamente la riforma delle pensioni, per di più sull'onda del delirio collettivo per lo spread.
Dopo quel fatto, nulla più.
Liberalizzazioni? Neanche l'ombra. Riforma della politica? Siamo in alto mare.
E poi il capitolo principe di questa saga del vuoto: l'articolo 18.

domenica 1 aprile 2012

Una Rivoluzione

C'è un paese che si è indebitato fino al collo.
Si è indebitato perché chi l'ha governato per centocinquant'anni ha sempre pensato di scaricare sul futuro le proprie incapacità. E la propria avidità.
Ma anche perché chi è stato governato - o almeno la maggior parte dei governati - non si è mai posto il problema di chi si presentava a chiedere il suo voto, con quali competenze e quali prospettive.
Un paese in cui è stato messo a punto un infallibile sistema di do ut des le cui criticità si sono sempre riversate sulle componenti deboli della società: le donne, i migranti, i giovani, gli operai, ecc.