giovedì 23 agosto 2012

Tasse e Buste Paga

Sembra che alla fine anche i luminari del governo tecnico si siano accorti del fatto che il peso delle tasse in busta paga è davvero, davvero eccessivo.

Siamo nell'ordine, all'incirca, del 50% del lordo di un dipendente a tempo indeterminato, come se per ogni stipendio netto ce ne fosse un altro da consegnare allo stato.
Ma è una castroneria così grave sostenere che, abbassando (subito) queste tasse sul lavoro del 15-20%, ogni 10 lavoratori se ne può immettere un altro potenzialmente a costo zero per l'impresa e a parità complessiva di gettito fiscale?
E' chiaro che ciò non significherebbe in automatico un aumento dell'occupazione, e che occorrerebbe condizionare la riduzione ad un impegno attivo dei datori di lavoro, ma qua da noi si passa il tempo a [s]parlare di spread e di agenzie di rating, e del concreto delle misure necessarie per riavviare l'economia non si ha altro che qualche dichiarazione estemporanea di ministri e politicanti.
E mentre le punte di diamante del capitalismo mondiale si avviano - anche se con enormi difficoltà e fra presenti e futuri ulteriori scoppi di bolle speculative - alla fase della ristrutturazione, l'Italia è completamente ferma al palo, per colpa di una classe dirigente completamente parassitaria e consociativa, che sa che ogni vera riforma, ogni decisione razionale, rischierebbe di farla collassare nelle sue indicibili contraddizioni.

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