domenica 1 maggio 2011

Non un Altro Partito, un'Altra Prassi

c'è qualcuno che non sente la necessità di costruire altri soggetti politici.
qualcuno che sa che c'è bisogno di praticare strade alternative.
fare, non solo parlare.
esserci, vivere nel presente, materializzare le esigenze e le aspirazioni.
manifestare con le proprie azioni
contro la società per come è, asservita al profitto e fondata sullo sfruttamento,
a favore della società per come dovrebbe essere, libera e solidale.

qualcuno che,
nel rispetto assoluto della vita umana e della dignità di ogni orientamento ideale,
vede nel normale esplicarsi dei conflitti sociali e politici
l'unica modalità concreta di mutamento delle condizioni delle persone.

il capitalismo,
da sempre imperfetto e violento,
incita gli uomini a combattere per cause che non appartengono loro,
contro nemici che tali non sono.
ha fatto degli stati nazionali dei formidabili strumenti
di guerra verso l'esterno e di repressione verso l'interno.

il capitalismo illude gli uomini
che la libertà di decidere quale marca di scarpe comprare
equivalga alla libertà di pensare e di vivere come si desidera.
impone a chi ha solo il proprio lavoro
di sacrificarsi sempre più per mantenere chi ha molto,
di sminuire a qualunque diritto sociale
(istruzione e sanità accessibili, stipendio adeguato, previdenza pubblica, ecc.)
o addirittura a rinunciarvi del tutto.

noi ci opponiamo a questo sistema ed al suo modello culturale
e non ritenendo sufficiente limitare i danni che esso procura,
vogliamo lavorare alla sua distruzione,
affinchè sia reso possibile per gli uomini e le donne
vivere la propria vita senza servire o essere serviti.

noi, che abbiamo sperimentato il fallimento delle opposizioni istituzionali,
poichè abbiamo visto vanificare le nostre speranze di cambiamento
da individui e da partiti che si sono corrotti nella contiguità
con individui e partiti espressione diretta del capitalismo,
agiamo al di fuori di ogni logica di compromesso.

le cose per cui ci battiamo o esistono o non esistono,
o sono vigenti e sentite oppure sono svilite e annichilite.

le nostre battaglie sono semplici da capire
ma, per la forza con cui il sistema si difende e attacca,
difficili da intraprendere e ancor più da vincere.

- piena attuazione di ogni diritto civile individuale e collettivo, abolizione della ragion di stato;

- istruzione pubblica, laica e pienamente accessibile, in ogni suo grado strumento di emancipazione culturale, socializzazione e coscienza critica;

- sanità accessibile e pubblica, in particolare per gli strati più disagiati della popolazione;

- sicurezza, solidità retributiva e compatibilità socio-ambientale del lavoro;

- accesso garantito delle persone e delle collettività alle risorse materiali e intellettuali primarie;

- libertà di circolazione e di stanziamento per chiunque, in relazione al contributo sociale individuale;

- abolizione dei sistemi repressivi tradizionali;

- dissoluzione di ogni politica imperialista, al di là di qualsiasi ambiguità interpretativa;

- conseguimento della più vasta solidarietà per ogni movimento o istituzione che persegua obiettivi analoghi a questi, con modalità di pari passo analoghe a queste.

è forse questo un elenco non completo;
ma basta a definire sufficientemente il nostro orizzonte.
molti altri, ora e finora, hanno accolti come propri i princìpi che ci ispirano.
pochi, pochissimi hanno determinato di raggiungerli senza se e senza ma.

noi non abbiamo l'ambizione di essere nè primi nè migliori,
bensì semplicemente la coscienza delle barricate erette dal sistema a sua difesa
e della parte che occupiamo in questo schema.

il conflitto non è una nostra invenzione,
è lo strumento privilegiato del sistema capitalista per reggersi in piedi,
soprattutto quando le sue stesse fondamenta sono in pericolo per cause interne e genetiche.
noi lo assumiamo come un dato
ed in mille forme lo rispediamo al mittente,
garbato di fronte al garbo,
fermo di fronte alla fermezza,
ostinato di fronte all'ostinazione.

lo portiamo nel territorio in cui viviamo, lavoriamo, studiamo
perchè è nel territorio che le crepe del sistema si concretizzano a danno delle persone
e perchè nel territorio vanno (ri)conquistati gli spazi di agibilità politica
perchè le cose possano realmente cambiare.
noi siamo un germoglio di una storia di rivolta antica e moderna insieme,
che persegue il bene comune, fino alla vittoria.

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